Credo

Giovedì scorso, al Teatro Olimpico, per la stagione della Filarmonica, ho assistito a uno dei concerti più belli che io ricordi. E dire che in sessanta e passa anni di vita non è che ne abbia visti pochi.

Mi sono preso qualche giorno prima di scriverne, per andare oltre l’emozione del momento – che ha bene raccontato a caldo su FB l’amica Roberta, con cui abbiamo condiviso questa esperienza. Ho ascoltato più e più volte il cd in vendita all’uscita del teatro e subito comprato. L’ho suonato in macchina, nel mio studio, nella mia stanza da letto la mattina appena sveglio. E non mi stanco mai di sentirlo.

La musica in questione è il Credo dell’Orchestra di Piazza Vittorio, un oratorio interreligioso, con musiche che vanno da Rossini a Britten a Guillaume de Machaut, a canti sufi e canti religiosi rielaborati e ricreati dai musicisti dell’Orchestra. E su testi scritti e scelti da José Tolentino Mendonça, sacerdote e poeta portoghese.

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Nella foto, una parte degli esecutori alla fine del concerto

Un caleidoscopio di musiche, strumenti e lingue (napoletano, italiano, latino, arabo, inglese, portoghese, senegalese). Un’incredibile fusione di stili e culture, di mondi che troppo spesso vediamo scontrarsi mentre possono (e devono) convivere. Al di là del valore politico-culturale di un’operazione del genere – evidente, almeno per me, oltre che buono e giusto – assolutamente stupefacente è la qualità della musica, che spazia da echi dei Pink Floyd a melodie medievali, da arie barocche a blues africani, da semplici canzoni a canti sufi. Accompagnata da chitarra, basso elettrico, organo, violoncello, sequencer elettronico, khora, oud, w’tar. Con splendidi interpreti vocali (tra i quali  mi ha particolarmente colpito il controtenore Raffaele Schiavo).

Così, nel pezzo che riporto qui sopra, il Kyrie, sul “basso ostinato” rossiniano (dalla Petite Messe Solemnelle) si sviluppa una melodia araba, con tanto di melismi e ricami dell’Oud. Una musica di una potenza incredibile (che dal vivo era ancora più potente).

Consiglio spassionato (anzi: appassionato). Se trovate il cd, compratelo. E se per caso fosse prevista dalle parti vostre un’esecuzione di questo Credo, andateci. Se tornano a Roma io ci vado di corsa.

 

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