Quando non viaggi nello spazio, puoi sempre viaggiare nel tempo. Oggi, dopo il Voltapagina, sono passato a prendere Fabio e siamo andati a fare due chiacchiere e una passeggiata a Ostia.
Ostia di cui ho brandelli di ricordi in tempi diversi. Da bambini, ancora negli anni 50, quando ci passammo qualche tempo dopo aver avuto la tosse convulsa ed essere stati un mesetto anche in montagna (a marzo, con la neve e il freddo, e i letti gelati…). E sento ancora papà che, passando davanti a un ristorante sul Lungomare ci diceva che era il ristorante di Spartaco D’Itri, uno dei vincitori del Musichiere, comprato proprio con i soldi che aveva vinto.
E poi, da ventenne, le corse di notte sulla Colombo, a fari spenti (o quasi) come cantava Battisti. E poi tante altre volte nel corso del tempo…
Faceva caldo sul Lungomare, oggi, con i muri degli stabilimenti che bloccavano l’aria di mare. Ma sul pontile era tutt’un’altra cosa. C’era una bella arietta.
E poi, dopo il pontile, tornando alla macchina, non ho resistito a un gelato da Sisto (ma non è che mi abbia entusiasmato). Poi siamo andati a cercare il missile che portava i krapfen (quelli che a Roma si chiamano “bombe”). Ma lì la memoria non ci ha aiutato e non l’abbiamo trovato. Sarà magari per un’altra volta…