È da qualche giorno che non riesco ad ascoltare altro. Da quando Sergio mi ha portato il cd, che ufficialmente non è ancora uscito (su Amazon dicono che sarà disponibile da martedì 15; sul sito della casa discografica tedesca dicono che in Germania uscirà il 1° agosto) ma che evidentemente tra gli addetti ai lavori già circola. Parlo dell’ultimo lavoro in studio del Tingvall Trio, che si chiama Beat, che i tre stanno già presentando in concerto in giro per l’Europa.
Pianista (e autore) svedese, bassista cubano e batterista tedesco: questi gli ingredienti del cocktail. Una musica che è jazz con evidenti influenze rock (e anche pop). Belle melodie (tutte di Martin Tingvall), aperture improvvise e improvvisi cambi di “clima” (quasi come questo mese di luglio…). E una grandissima energia, nelle linee di basso di Omar Rodrigues Calvo ma soprattutto nel drumming di Jürgen Spiegel. Tutto già presente negli album precedenti, soprattutto quello dal vivo dell’anno scorso, ma esaltato all’ennesima potenza in questo Beat che a me pare il loro capolavoro.
La smetto qui. La musica non va “parlata” va ascoltata. Il brano che posto si chiama Spöksteg. “Passi spia” pare sia la traduzione. Dà dipendenza.
è vero dà dipendenza, l’ho sentito a manetta e continuerei…
Mi fa impazzire come il batterista gioca con i piatti… E gli altri 11 pezzi sono all’altezza (quasi)…
L’ha ribloggato su enricogalantinie ha commentato:
Dunque sono cinque anni che lo ascolto, ‘sto disco. È ancora nella mia playlist in macchina e me lo sparo spesso in autostrada. Ei improvvisamente sono su un duetto rosso con il vento tra i capelli che corro su una highway della west coast verso un futuro rosa. E su questa immagine, prima ripresa di fronte e poi da dietro, mentre l’auto s’allontana partono i titoli di coda…