Ieri, nel pomeriggio avanzato, è arrivato un timido raggio di sole sotto il cielo pieno di nuvole grigie. Stavo scendendo verso il cancello a recuperare, prima della pioggia annunciata dal meteo, l’apriporta lasciato da Franco nella cassetta delle lettere e mi è piaciuta l’immagine di Chicca, fiera cana da guardia, sullo sfondo della mimosa percossa dal vento.
Sono passato poi alle spalle della mia compagna di stanza, che è rimasta lì, immobile, nella sua postazione di controllo. Una volta dietro di lei ho estratto l’i-Phast e l’ho chiamata più volte. Più volte s’è girata verso di me, più volte ho scattato. Quella che pubblico qui sotto è la foto migliore per costruirci sopra il post che avevo in mente da un po’. Che nasce ovviamente dal titolo, dal gioco di parole che Vermeer perdonerà. Un gioco che comunque Chicca, e le sue splendide orecchie, trascendono in un’interpretazione da Oscar.
meriteresti un oscar per il titolo!!!
Troppo buona. Andrebbe bene anche un Golden Globe