Sono un uomo che ha poche idee, ma salde. Ho sempre pensato il contrario (sulla saldezza delle mie idee, non sulla quantità) ma oggi sono stato costretto dalla durezza dei fatti a ricredermi.
Ecco i fatti. ieri avevo cominciato a pensare a un post da scrivere sull’estate del 1969, quel mese d’agosto indimenticabile che ho passato nella swinging London, tra Carnaby Street, King’s Road, Soho e Portobello, da dove sono tornato con tre dischi eccezionali. E, visto che adesso posso (tecnicamente parlando, non so quanto sia legale…) mettere anche musiche, oltre che foto, stavo pensando a quale canzone, tra quelle di quei tre album, pubblicare. Dopo aver deciso la canzone m’è venuto un sospetto. Ma non è che questo post l’ho già scritto? Ho messo nella funzione ricerca, quella in alto a destra, con l’iconcina della lente d’ingrandimento, le parole “estate” e “1969” e zac: ecco apparire il post che volevo scrivere oggi, scritto più di due anni fa, con alcune frasi assolutamente identiche a quelle che mi ronzavano in testa tra ieri e oggi.
E allora non mi resta che caricare la canzone – che è proprio quella di cui parlo alla fine del post precedente, un capolavoro assoluto. Wooden Ships, Navi di Legno, appunto. E augurare ai miei cinque lettori buon ascolto.