“Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria”
diceva Francesca al sommo poeta. Ed è vero. Com’è vero…
Ma se alla miseria – l’inverno con il suo freddo – alla fine segue un nuovo tempo felice – la primavera e l’inizio dell’estate, ché l’estate vera con il suo troppo caldo ci piace meno –, allora ricordarsi del tempo felice non è dolore ma attesa di felicità.
E per me la primavera, anzi l’inizio dell’estate sono le ciliegie dei nostri alberi. Che un giorno sono ancora acerbe e quello dopo già hanno i vermetti, peraltro insapori…
