Non c’è niente da fare, l’airone mi è sfuggito ancora. In realtà, a voler essere precisi, un po’ l’ho beccato (è quella macchia grigia a destra in basso), ma quello che avevo in mente non sono riuscito a farlo.
I fatti. Martedì mattina, mentre stavo per arrivare all’immissione sulla “vera” Caprareccia (qui tutte le perpendicolari sono anch’esse “caprarecce”: ma una sola è la dorsale che scende dai Granari ai Pantani) l’occhio mi cade a sinistra verso il canale e – sorpresa! – sulla ringhiera, appollaiato come Bip Bip in attesa del Vilcoyote, vedo il mitico airone cinerino che ha scelto la nostra valle come residenza e che da tempo cerco di immortalare sul mio iphone.
Lo guardo, mi guarda, cerco di fare l’indifferente e ignorare il suo occhio vigile e un po’ sardonico. Fermo la macchina, prendo l’iphone, controllo che sia su “foto”, armo un po’ di zoom, scendo miro e scatto. Ne faccio quattro di fila – di foto – poi mi fermo e controllo. Speravo in un primo piano del suo becco ma: 1) lo zoom dell’iphone non è così potente; 2) Il Vilcoyote non riesce mai a prendere Bip Bip e questo mi avrebbe dovuto insegnare qualcosa.
Ma del Vilcoyote va anche detto che non si arrende mai, dunque: alla prossima, signor Airone, per cinerino che lei sia, la beccherò, prima o poi.
PS Perché ne scrivo solo ora? Ma perché sono sì forte di carattere, ma ho bisogno anch’io di metabolizzare le sconfitte, soprattutto se plurime…
