Ho già avuto modo di scrivere che Trouble in Paradise di Ernst Lubitsch (1932), scritto assieme a Samson Raphaelson, è il mio film preferito (non tutti i giorni, forse, ma la maggioranza dei giorni dell’anno, sì). Cercando ieri sotto la voce “mancia competente” (il titolo un po’ incongruo della versione italiana), ho trovato una piccola raccolta di alcune battute del film. Non so se sono le migliori – è un po’ che non lo rivedo, confesso – ma ne riporto tre per strappare un sorriso ai miei cinque lettori.
La prima. “No, François, vi ho detto di no. Vedete, François: il matrimonio è un errore delizioso che due persone commettono insieme. Ma con voi, François, sarebbe un errore e basta.”
Madame Colet (Kay Francis) a François Filiba (Edward Everett Horton).
La seconda. “Non vi scoraggiate così, caro maggiore: non siete l’unico uomo che non amo”.
Madame Colet (Kay Francis) al Maggiore (Charles Ruggles)
La terza, immortale…
– Madame Colette… Se fossi vostro padre (ma per fortuna non lo sono) e voi tentaste di occuparvi di questioni finanziarie, vi darei una buona sculacciata,,.
– E che fareste se foste il mio segretario?
– La stessa cosa.
– Siete assunto.
Gaston Monescu (Herbert Marshall) e Madame Colet (Kay Francis).
L’ha ribloggato su enricogalantinie ha commentato:
Oggi si fanno ancora bei film, per carità. Certo bisogna saper scegliere, andare in certi cinema o sapere che cosa cercare sulla rete. Perché di monnezza, rumorosa e roboante ce n’è pure troppa. Ma il mio cuore resta legato a certi film e certi autori tra le due guerre. Quando non era già stato detto tutto, e quando la capacità di dire senza dire era il Lubitsch touch