Tutto finisce, anche la rieducazione in clinica. Venerdì 14 torno a casa, non in condizioni proprio perfette, ma sicuramente  molto molto meglio di come pensavo sarei uscito quando sono entrato qui, dieci giorni dopo l’operazione, con la mia gambetta sifulina e relegato su una sedia a rotelle, con i muscoli praticamente silenti e paurosi di provare a fare alcunché. Del miglioramento devo ringraziare la fisioterapista che mi ha seguito, Monica, delicata e decisa, ma anche (odio il Veltroni che è in me…) la grinta che (quasi a sorpresa, almeno per il sottoscritto) sono riuscito a mettere in queste tre settimane.

Oggi, anche in previsione del prossimo addio, siamo passati a una sola canadese (e ovviamente ho tenuto Joni…). Nel corso della settimana lavoreremo per perfezionare la postura e l’andatura, oltre a insistere, evidentemente, sulla muscolatura. Difficilmente riuscirò a cancellare del tutto oltre quarant’anni di abitudine a camminare in maniera viziata, ma questa volta ho un’atout: due gambe praticamente uguali in lunghezza, il che non è poco…

Insomma, è soprattutto questione di tempo.