Agognata, attesa a lungo, alla fine anche un po’ temuta (andrà tutto bene? Non è che combino qualche pasticcio e mi ritrovo al via?), alla fine è stata doccia. Ricca, voluttuosa, con profusione di shampoo e bagnoschiuma e morbide grattatine sulla ferita a forma di punto interrogativo che con i suoi 22 punti ha il record assoluto per la mia martoriata gambetta destra che oggi, come una vera fenice, si accinge a risorgere dalle sue ceneri.
E dopo, pulito pulito, subito a fare la reazione avvolto nell’accappatoio e sotto la coperta. Come facevamo da bambini. Come cerco di non farmi mai mancare anche adesso che bambino più non sono. Quei momenti sublimi di totale rilassamento, quando sai – SAI – che lì, sotto le coperte, tutto coperto dalle coperte, nessuno ti può toccare e fare male, che quello è il tuo posto sicuro e sempre lo sarà.
Poi tocca risvegliarsi, riprendere il filo delle attività, darsi un po’ da fare. Ma l’effetto di una buona reazione dura abbastanza da farti riprendere il ritmo senza strappi. E se non c’è ritmo da riprendere, ti aiuta ad andare verso una morbida, morbida serata.
bene, adesso potrò venire a trovarti!
ma mi sciaquettavo sempre e comunque, ‘nfame
:-))