Forse è l’effetto del trauma cranico commotivo (commozione cerebrale, se non capisco male l’etimo, vuol dire che per la botta presa il cervello ha sbattuto un po’ dentro il suo contenitore, il che evidentemente non è l’optimum…) o forse è solo un wishful thinking, ma mi sembra di aver raggiunto, con la foto qui sotto,
o magari che con quelle che seguono, soprattutto con quella del solo Fausto,
alcuni effetti “pittorici” niente male, che ricordano, magari un po’ alla lontana (“in minore” potremmo dire) quelli già attinti qualche tempo fa fotografando, al calar del sole dietro la collina di S.Giovannone, degli asfodeli tra l’erba sotto gli olivi.
Le luci sono diverse, quelle di queste foto sono meno eclatanti di quelle degli asfodeli, (soprattutto quella del solo fausto, cui manca l’overdose di sole in primo piano sul lettino) ma la qualità un po’ impressionista dell’immagine, la “materia” della “pennellata” stile metà ottocento, alcuni effetti come quello sulla base dell’ombrellone, la stessa pelliccia di Orsetta, le lame di luce che si affacciano dietro i cani e che vengono fuori solo in un secondo momento, mi piacciono proprio.
E in effetti, a ben vedere, anche qui come nel caso degli asfodeli, è stato determinante il combinato disposto di zoom e luce radente. Evviva i trucchi naturali, abbasso i filtri digitali.