Quella che vedete qui sopra era una fotografia che nelle mani della mia amica Roberta è diventata, anche grazie a Photoshop (immagino), qualcosa di diverso e di più.
Roberta, che nella vita fa tutt’altro, ama fotografare. Ma soprattutto le piace “usare le fotografie, perché diventino altro”, come dice nel suo blog (dal quale ho preso questa e le altre immagini). E non c’è dubbio che quella qui sopra è qualcosa di più di una foto. All’inizio della sua ricerca Roberta raddoppiava le immagini, come se nello stesso quadro ci fosse una cosa e quella stessa cosa vista nello specchio, e insieme davano vita a un’altra cosa, una realtà rafforzata, una iperrealtà che, nel suo essere bina ma anche una, acquisiva altre dimensioni. “Fin da bambina il rovescio mi ha affascinato – dice ancora di sé Roberta nel blog –. Ricordo che aprivo l’armadio di mia madre e muovevo l’anta con lo specchio fino a vedere la sua stanza da letto da una prospettiva inusuale che mi faceva recuperare la sensazione di vedere quel luogo per la prima volta”.
Dalle immagini allo specchio la ricerca di Roberta è andata avanti verso quelle che potremmo definire immagini al doppio specchio: l’immagine bina viene vista a sua volta in uno specchio e si moltiplica ancora in una specie di quadrato magico in cui lo scatto iniziale diventa sempre meno percepibile. Come nell’immagine che ho postato in alto, che è intitolata “la maremmana regolarità di curve e linee”. Fino all’invenzione di “quattro sinuose ballerine sostengono un riduttore per il gas”qui sotto
in cui francamente lo scatto d’origine non è più (almeno per me) percepibile nel suo significato (la didascalia dice: Mar Morto, Giordania) ma resta la grazia e il ritmo di un quadro alla Klee.
Ma il doppio specchio non è l’unica forma di moltiplicazione che Roberta adotta. C’è anche la disseminazione laterale per dare vita a quelle che chiama “Passamanerie”
come questa, intitolata appunto “ancora una passamaneria”, in cui un cargo fotografato al largo di Gorgona viene visto al doppio specchio e poi reduplicato lateralmente e poi la nuova immagine ancora duplicata in un gioco che potrebbe andare avanti all’infinito.
Nella vita ci sono i compilatori e i creatori (non solo loro, ovviamente: ci sono anche i distruttori, ma questi non li consideriamo). C’è insomma chi fa liste di quello che esiste e chi aumenta il numero delle cose da mettere in lista. Roberta appartiene a questa seconda categoria. Guarda, scatta, intuisce, trasforma e crea. E noi ammiriamo.
PS Quello che segue in questo post scriptum è un messaggio rivolto a Roberta, ma tutti ovviamente possono leggerlo, se vogliono.
…onnaelpmoc oim li è oiggam 5 lI .et ad atamrif e atapmats anu enreva erecaip otnat ebberaf iM .omissitnat orevvad onoiccaip im inigammi eut el atreboR araC

commossa…
…ereilgecs ioup etnemaivvo
!!!erono nu è !!!!otrec am ?oiggam 5 li rep otof aim anu
atsitra’lled è atlecs al
ko
questa la puoi leggere in entrambi i versi….il trasloco mi sta uccidendo!