
Pare che alla domanda della Divina Garbo su cosa dovesse pensare durante la lunga, muta scena finale de La regina Cristina (1933), Rouben Mamoulian rispondesse: «A nulla, mia cara». Ne è uscito quello sguardo enigmatico, fisso in avanti, i pensieri e i sentimenti impenetrabili, il volto ridotto a una maschera che è diventato un’icona..
Ora, come sottolineavo qualche giorno fa su FB, la difficoltà del selfie sta nello sguardo – dove e come guardare mentre il dito cerca qui e là il tasto bianco dell’iPhone. In attesa di capire meglio dove e come guardare, mi sono riusciti dei selfie-da-regina-Cristina come questo (nell’originale guardavo dall’altra parte: il mio lato sinistro è il più fotogenico)

Ieri, ritrovando una vecchia foto di cinquant’anni fa (avevo ancora i capelli!) ho notato che la tendenza-regina-Cristina ce l’ho evidentemente innata, senza bisogno di un Mamoulian che suggerisca. In questa foto scattata sul Sass Pordoi nel 1973 credo da mio fratello (anche questa l’ho girata rispetto all’originale per accentuare l’effetto-Garbo) guardo verso il nulla con molta attenzione. Cosa che mi riesce, dovete ammettere, benissimo…
