E adesso, Galantini Jones?

Ho avuto modo, qualche post fa, di raccontare la vicenda delle mie passeggiate oltre il Farfa e sul colle sovrastante, fino al casale con le mura similciclopiche e il criptoportico. E della scoperta del libro del monaco Pier Luigi Galletti, vissuto in pieno Settecento, che sosteneva di aver ritrovato le vestigia dell’antica città sabina di Gabi in quella che allora si chiamava Torri o Grotte di Torri. E di come proprio la zona del casale di cui sopra corrispondesse appieno alla descrizione che ne faceva Galletti: a partire dalle mura, per arrivare alla collina dalla sommità quadrata “di circa centoventi passi ordinari di lato”, oltre al fatto di trovarsi sulla Via Grotte di Torri…

Ho anche cercato di documentare fotograficamente le mie affermazioni, ma certo l’essere la collina quadrata era il punto più difficile da fotografare senza salire in qualche modo in cielo. Ora, siccome non ho in programma (per comprensibili motivi) di affittare aerei né elicotteri, e in cielo spero di andarci il più tardi possibile (e non credo che quando succederà penserò a fotografare la terra), mi sono dovuto affidare ancora una volta a Google. Questa volta non i books ma le maps. E inquadrata la zona, e catturata l’immagine (con la consulenza tecnica di D.O. per i programmi e di M.A. per l’editing), sono in grado di portare ai miei cinque lettori la prova suprema della mia scoperta.

Ecco, in basso a sinistra, sotto la scritta Via Grotte di Torri, l’immagine del casale e del terreno circostante, CON IL QUADRATO IN BELLA EVIDENZA (scusate l’esagerazione delle  maiuscole e del grassetto, ma non è da tutti riscoprire una città già scoperta, sebbene poi da tempo dimenticata).

Ci sarà qualcosa, là sotto, o solo pietre su pietre? Ci saranno ancora le volte bellissime di cui parla il Galletti? Belle domande che credo resteranno tali.

P.S. Ho riflettuto sul soprannome che mi sono autoconferito di “Galantini Jones”, nel quale c’è qualcosa che non torna. E in effetti, seguendo la logica spielberghiana, avrei dovuto scegliere piuttosto qualcosa del tipo “Sabina Galantini”, che però, più che come un nome  da archeologo avventuriero, al massimo suona come un nome da signora per bene. Mi tengo Galantini Jones, e chissenefrega della logica spielberghiana…

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